Viaggio nello spazio
Alla scoperta dell’architettura letteraria
Ci sono due amiche. Si chiamano Lila e Lenù e nel tempo costruiscono una di quelle amicizie eterne e intoccabili. L’una è lo stimolo dell’altra, l’appiglio a cui tendere, lo specchio in cui riconoscersi. Ci sono anche due edifici sghembi, accartocciati su se stessi. Si tengono in piedi a vicenda, uniti da corridoi sottilissimi, ma forti abbastanza da creare un equilibrio incrollabile. Ecco. Lila e Lenù sono quei due edifici. Quei due edifici sono Lila e Lenù.
Facciamo un passo indietro.
Si sa, i libri hanno la loro struttura: capitoli brevissimi o intere pagine senza una virgola, punti di vista che si alternano, piani temporali che si sovrappongono e così via.
I libri hanno una struttura, è vero, ma al tempo stesso i libri sono una struttura. Per usare le parole di Matteo Pericoli in Il grande museo vivente dell’immaginazione, i libri sono delle architetture letterarie. Che cosa significa?
Che quando leggiamo entriamo in una storia come si entra in un edificio. Pensate a quando in un romanzo trovate un colpo di scena o un punto di svolta. Ci si arriva attraverso specifici snodi della trama, giusto? E se immaginassimo quel punto di svolta come un grande salotto illuminato? E la trama un intreccio di corridoi?
Pensateci: che forma ha una storia? Se un libro fosse un edificio, quale sarebbe? Se una storia fosse fatta di una struttura architettonica, spaziale, tangibile, percepibile, come potrebbe essere?
Ecco allora i nostri edifici sghembi di prima: L’amica geniale di Elena Ferrante nell’immaginario di Matteo Pericoli si manifesta con questa architettura e con queste forme spaziali:
Un esperimento niente male, vero? E dato che quando si parla di storie (che siano capanne, grattacieli, ville o cascine) noi ci sentiamo sempre a casa, abbiamo ideato con Matteo Pericoli e Fabio Geda una serata in cui intraprendere insieme questo viaggio nello spazio, alla scoperta dell’architettura letteraria.
Che cosa faremo?
Leggeremo il racconto (breve, giuriamo) Continuità dei parchi di Julio Cortazàr.
Poi?
Beh, poi ci divertiamo. Un po’ di carta, qualche penna e un bel po’ di immaginazione. Proveremo insieme a tradurre le parole di Cortazàr in un’architettura vera e propria, un edificio tangibile nella sua unicità. Bisogna essere bravi, bravissimi, super bravi con l’illustrazione per partecipare?
No, per niente. Si tratta per lo più di un gioco che facciamo in compagnia. Davvero, non c’è nulla di cui preoccuparsi, vi diamo una dimostrazione delle nostre abilità immortalando un capolavoro (?) di Davide:
Noi siamo carichi, voi?
Ci vediamo giovedì 16 marzo alle ore 19:00 da Therese con Matteo Pericoli e Fabio Geda.
A presto,
La libreria Therese
Alla scoperta dell’architettura letteraria